Mercoledì 3 Novembre l’Aula Magna dell’Università della Calabria ha ospitato i partecipanti al primo Meeting dell’Infrastruttura di ricerca STAR. Più di 50 tra docenti, ricercatori, tecnici e studenti dell’Unical – tra loro chimici, biologi, ingegneri e fisici – tutti in qualche modo coinvolti nell’attuale fase di sviluppo e potenziamento dell’Infrastruttura, hanno finalmente potuto ricevere una visione d’insieme delle attività già svolte, di quelle in corso di svolgimento e programmate, quelle che verranno portate a compimento entro la fine del prossimo anno.
I lavori sono stati aperti dal responsabile scientifico di STAR e Direttore del Dipartimento di Fisica dell’Unical, Riccardo Barberi che presentando lo stato dell’arte del progetto STAR 2 ne ha ricordato obiettivi e prospettive. Barberi ha sottolineato come “il valore di quello che si sta costruendo è ben più del valore della somma dei singoli contributi.” STAR è infatti uno degli “elementi aggregatori dell’ateneo, ha un enorme  potenziale che va sfruttato e proiettato sui Dipartimenti perché ne traggano vantaggio”.
“La sfida” ha proseguito, “è quella di misurare la nostra capacità di stare già in campo, di svolgere attività, di erogare servizi e quindi di cominciare a pensare in termini di una struttura articolata, con tante ramificazioni, che lavora insieme.” “In questo momento”, ha concluso Barberi, “c’è bisogno di molto lavoro concreto, le risorse che stanno per arrivare sono importanti ed è quindi necessario ragionare in termini di efficienza di sistema e aiutare l’ateneo – tutti noi insieme e grazie all’esperienza che abbiamo accumulato – a svolgere questo lavoro. Si tratta di una grande responsabilità e di una grande opportunità.”
L’intervento di Barberi è stato seguito da quelli dei docenti e ricercatori dell’Università della Calabria responsabili degli Obiettivi di Ricerca del progetto: Raffaele Agostino, del Dipartimento di Fisica, che ha presentato le “Attività di potenziamento della sorgente a raggi X (TBS) e l’aumento delle stazioni sperimentali ad essa connesse”; Vincenzo Formoso (per Giandomenico Amendola, del Dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica), anch’egli del Dipartimento di Fisica, che ha discusso il “Rafforzamento della struttura di supporto alla sorgente ed alle stazioni sperimentali”; Leonardo Pagnottadel Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale, che ha affrontato le questioni legate al “Consolidamento ed estensione dei laboratori di servizio di secondo livello”.
Raffaele Agostino ha sottolineato come il primo obiettivo da raggiungere è quello di dotare la sorgente STAR di due linee di luce, una di bassa e una di alta energia. La relativa gara è stata già espletata (se l’è aggiudicata l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), il progetto esecutivo è stato approvato e ora è in corso la fase realizzativa, a partire dalla linea a più alta energia.
Su questa linea Elettra Sincrotrone Trieste realizzerà una stazione di tomografia che permetterà di acquisire immagini tridimensionali ad altissima risoluzione per indagare in maniera non distruttiva l’interno degli oggetti di grandi dimensioni e sarà dunque al servizio di settori come quello meccanico, dell’elettronica e dei beni culturali. La linea di bassa energia, su cui opererà una ulteriore stazione sperimentale, Soft X, sarà invece dedicata all’indagine della materia biologica, polimerica e dei materiali compositi. Un nuovo strumento, il SAXS (small angle x-ray scattering), permetterà di effettuare lo studio strutturale dei materiali su scala mesoscopica. L’intensità complessiva dei raggi X verrà infine aumentata con un amplificatore laser che verrà acquisito a valle di un’ulteriore gara che sta per essere espletata.
Nel suo intervento, Vincenzo Formoso ha messo in evidenza come il rafforzamento delle sei aree di supporto alla sorgente e alle stazioni sperimentali (laser; elettronica e controllo; radiofrequenza; radio-protezionistica; meccanica e vuoto; data storage e calcolo) avrà bisogno di una cura particolare. Queste aree intervengono lungo tutta la struttura: in punti ben definiti (come radio-frequenza e laser) o distribuiti su tutta la linea di fascio (come elettronica e controllo, lì dove vengono misurati i parametri dell’ottica, del vuoto, della radiofrequenza, del raffreddamento, etc.).
Si tratta di un sistema di grande complessità che ha bisogno di conoscenze interdisciplinari e dunque necessità di una forte collaborazione e interdipendenza. “La situazione sulle gare,” ha comunicato Formoso, “è in rapida evoluzione. Alcune sono state già espletate, altre assegnate, bandite o sono ancora da bandire. Alcuni bandi sono in fase di revisione o sono stati rivisti e in attesa di una risposta da parte del Ministero.”
Leonardo Pagnotta ha esordito ricordando che i laboratori di II livello non sono stati pensati solo come un’appendice di STAR in grado di offrire agli utilizzatori istituzionali un servizio di natura scientifico/tecnologica completo ma anche come supporto al territorio, per fornire un sostegno alle piccole e medie imprese che non hanno la possibilità di permettersi laboratori propri.

I laboratori sono sei: LCM, Laboratorio Caratterizzazione dei materiali; LPF, Laboratorio Prototipazione fisica; LMSV, Laboratorio di Modellizzazione, Simulazione e Visualizzazione; LPM, Laboratorio Preparazione Materiali; LSAM, Laboratorio di Spettroscopia Avanzata dei Materiali; LPCB, Laboratorio di Preparazione Campioni Biologici. Alcuni sono alloggiati su un’area di circa 3500 metri quadri presso l’edificio adiacente a quello che ospita la sorgente STAR, altri sono ancora ospiti delle strutture dipartimentali dell’Università della Calabria e in attesa di essere trasferiti. “Il nuovo finanziamento,” ha riferito Pagnotta, “ha permesso un potenziamento di tutti i laboratori tramite l’acquisizione, l’ampliamento e l’aggiornamento di nuovi sistemi di preparazione, caratterizzazione, prototipazione, controllo e di sintesi/purificazione (mentre LSAM e LPCB sono stati finanziati direttamente nella seconda fase)”. Il completamento dalle forniture avverrà al più tardi entro dicembre 2022.

Il Meeting è proseguito con gli interventi di Giuseppe Liberti sul Piano di comunicazione dell’Infrastruttura, di Giuseppe Conte su Networking e potenziali aggregazioni a reti nazionali ed europee, di Vincenzo Formoso su La microtomografia come tool di indagine non distruttiva e di Francesco Ingegnere sullo Stato e sviluppo degli impianti termici ed elettrici dell’IR. 

Puntuali e ricchi di informazioni sono stati gli interventi dei responsabili dei laboratori di II livello che hanno riepilogato i risultati già acquisiti, presentato i “lavori in corso” e messo in rilievo i nodi ancora da sciogliere. Si tratta – in ordine di intervento – del già citato Leonardo Pagnotta, del Dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica, responsabile del Laboratorio di Caratterizzazione MaterialiMaurizio Muzzupappa, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale, responsabile del Laboratorio di Prototipazione FisicaAttilio Golemme, del Dipartimento di Fisica, responsabile del Laboratorio di Preparazione MaterialiPietro Pantano, del Dipartimento di Fisica, responsabile del Laboratorio di Modellazione, Simulazione e VisualizzazioneTommaso Caruso, del Dipartimento di Fisica, responsabile del Laboratorio di Modellazione, Simulazione e Visualizzazione; Cesare Indiveri, del Bipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra, responsabile del  Laboratorio di Preparazione Materiali Biologici.

Il meeting si è chiuso con l’auspicio che presto si possano organizzare dei workshop tematici in cui vengano condivise e discusse in maggior dettaglio molte tra le tematiche e le questioni che stanno a cuore ai ricercatori coinvolti nelle attività dell’Infrastruttura.